Tutti i grandi scrittori e poeti siciliani, da Pirandello a Quasimodo, Consolo, Bufalino, Verga, Buttita hanno cantato o descritto con grande passione i colori e le forme dell'olivo, essenza della loro stessa terra. Nei loro canti di nostalgia questa terra d'una bellezza struggente e malinconica spesso s'identifica con l'olivo. Il grande olivo secolare saraceno dei poeti siciliani."Una notte di Giugno caddi come una lucciola sotto un gran pino solitario, in una campagna di olivi saraceni affacciati agli orli d'un altipiano d'argille azzurre sul mare africano"..Ecco Pirandello ricordare la sua terra perduta di Girgenti. E chissà se l'olivo d'una sua amara e bellissima poesia era uno di quelli, vecchi e contorti, nelle campagne di Agrigento.."O fosco olivo.Nulla sai, nulla vedi; e sei solo per questo ancora vivo" .La strada di Agrigentum."là dura un vento che ricordo acceso/nelle criniere dei cavalli obliqui/in corsa verso le pianure./tra il murmure d'ulivi saraceni" il giovane poeta di Modica, Quasimodo. Vincenzo Consolo.." La mia Sicilia è terra degli Olivi. Io sono nato a Sant'Agata di Militello, circondato da un magnifico paesaggio di uliveti" Alberi dalla tormentata forma agonica, da cui l'anima anela a uscire e a consumarsi bruciando come olio dentro una lampada, per ritornare quindi libera nella verità, al flusso infinito. Ma i Siciliani dicono "Cca na nfurnàta ri pàni nù mpùgnari r'aulivi, pari ca u mùnnu nun si po' ffiniri"..con una fornata di pane ed un po' di olive, sembra che il mondo non si possa finire..."
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